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Focus | Il mercato del vino in UK

Italian-wine-export-20144-2Con la vendemmia 2014 la Francia è tornata ad essere il più grande produttore al mondo (46,2 milioni di ettolitri), superando l’Italia, che ha visto un cattivo raccolto (44,4 milioni di ettolitri).

L’importante disponibilità della vendemmia 2013, del resto, ha permesso agli operatori iberici di posizionarsi con prezzi molto competitivi soprattutto sul mercato dello sfuso.

In questo contesto internazionale, quindi, l’Italia è l’unico tra i grandi esportatori europei ad mostrare una crescita, seppur minima, sia in quantità che in termini di corrispettivi.

L’Italia esporta vino per circa 5 miliardi di euro e un volume intorno a 20 milioni di ettolitri. I primi paesi per importanza di fatturato sono Usa, Germania e Regno Unito.

Nel 2014 in UK l’Italia ha esportato 2.968.438 ettolitri per un valore complessivo di 657.456 migliaia di euro segnando un +6% rispetto al 2013.

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Secondo l’ultimo report di Wine Intelligence “The Uk Wine Market Landscape 2014” che analizza il settore vino in uno scenario di generale ripresa economica, l’identikit del consumatore si divide in due schiere: da una parte un gruppo in crescita che va alla ricerca di vini di qualità anche a prezzi più alti, dall’altra un gruppo in calo di consumatori che vuole spendere poco. In particolare c’è chi è disposto a spendere più di 8 sterline per una bottiglia da bere a casa (40% degli intervistati, +29% rispetto allo scorso anno) e chi non vuol spendere più di 4 sterline e aspetta sconti e promozioni (9% dei consumatori, in calo del 14% sul 2013).

In UK i canali distributivi moderni assorbono i volumi più importanti, con oltre 8 milioni di ettolitri venduti, pari a 5 miliardi di dollari.

L’Italia ha una quota del 17% del fatturato globale ed è nuovamente sul secondo grandino del podio, preceduta dall’Australia e seguita da California e Francia.

Anche nel Regno Unito il nostro vino più acquistato è il Pinot grigio con un prezzo medio di 6,56 sterline. Buone le vendite di Prosecco e Sangiovese.

Il mercato britannico è molto competitivo con una offerta molto vasta. Data la limitata produzione locale, la Gran Bretagna importa vino da tutto il mondo.

L’aumento dei consumi pro-capite e delle dimensioni complessive del mercato hanno generato interessanti opportunità d’affari per i paesi produttori di vino, del vecchio e del nuovo mondo. Anche i pub, le tradizionali birrerie britanniche, si sono adeguati ampliando la scelta dei vini.

Il successo della cucina italiana e di alcuni chef, che sono diventati delle vere e proprie celebrità, ha contribuito ad ampliare la scelta dei vini disponibili nei ristoranti più prestigiosi e, più in generale, in tutto il canale Ho.Re.Ca.

Gli inglesi prediligono ancora i vini bianchi rispetto ai vini rossi ed ai vini rosati; la cosa che sembra appassionare gli inglesi da qualche anno a questa parte è lo sparkling wine. E quando parli di sparkling, non si può non citare il Prosecco. Il consuntivo 2014 archivia l’ennesima crescita, con i volumi quasi raddoppiati rispetto al 2013, a 61 milioni di litri, ma valori in aumento non omogeneo: +33%, il che si traduce in un calo dei prezzi medi d’acquisto del 30% circa, a 2,36 sterline al litro.

Nel Regno Unito possiamo identificare due tipologie di operatori economici che importano vino dall’Italia, le società che trattano prevalentemente produzioni tipiche italiane ed i grossisti che trattano vini di più paesi. Il primo gruppo registra una presenza significativa di imprenditori di origine italiana e nasce e si sviluppa nei servizi di approvvigionamento per la ristorazione del nostro paese.

Del secondo gruppo fanno parte le società inglesi che forniscono vini internazionali al settore Ho.Re.Ca. ed alla grande distribuzione.

Anche per gli importatori/grossisti, come per i buyer della grande distribuzione organizzata, prevale l’esigenza di disporre di vini che garantiscano un’elevata rotazione e che rispondano rapidamente ai gusti emergenti del mercato.

Tesco rimane il primo rivenditore nel Regno Unito, con il 48% di acquirenti di vino regolari negli ultimi sei mesi (nel 2013 erano il 52%) ma crescono anche i discount come Aldi e Lidl.

Il 5 maggio, si svolgerà a Londra il workshop dedicato alle aziende del settore vitivinicolo per consolidare o aprire il mercato inglese. Il Workshop permetterà, alle aziende vinicole italiane aderenti di incontrare importatori e distributori, giornalisti, grossisti, dettaglianti (dettaglio specializzato, singolo e organizzato), ristoratori, albergatori, enotecari ed eventuali associazioni enogastronomiche; in un secondo momento, potranno partecipare al workshop anche gli amanti del buon vino ed un pubblico selezionato.

 

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