Per l’Italia del vino l’export, ormai, non è più solo un’opportunità di crescita, ma una strada obbligata da percorrere per rimanere uno dei settori più floridi dell’economia nazionale.
E se in alcuni mercati come gli Usa, la Germania, il Canada o l’Inghilterra l’Italia è nelle prime posizioni in volumi e valori, in altri come la Cina, la Russia o il Sudamerica, c’è da recuperare terreno su francesi, spagnoli, cileni, australiani e così via.
Ma cosa può fare, ogni produttore, in concreto, per migliorare le proprie performance?
Abbiamo quindi chiesto agli operatori coi quali lavoriamo quotidianamente, di darci qualche indicazione sul mondo vino nel loro paese e qualche consiglio sul come affrontarlo al meglio.
Piccoli consigli e suggerimenti pratici, che valgono soprattutto per le aziende più giovani, per quelle meno strutturate o semplicemente per quelle realtà che iniziano o hanno iniziato a guardare all’export da poco.
L’obiettivo comune, che unisce produttori, importatori e distributori, non deve essere solo vendere qualche bottiglia in più, sporadicamente, sui mercati del mondo, ma diventare una presenza solida e costante negli scaffali e nei locali di tutto il pianeta.