Organizzando eventi di vario tipo, dai workshop agli incontri one-to-one, dai banchi d’assaggio ai meeting, ci capita molto spesso di ritrovarci intorno ad un tavolo con i produttori e con gli operatori.
Sono momenti di lavoro ma anche conviviali, durante i quali i rapporti tra le persone, e le aziende, si rinsaldano; rimangono, in ogni caso, momenti di crescita per tutti.
Nell’ambito dello sviluppo del piano OCM per l’az. vinicola Fongoli, in settimana abbiamo organizzato una giornata di reciproca conoscenza coi produttori ticinesi, conclusasi con una cena, al ristorante enoteca Orologio di Lugano, mecca del vino di qualità , ritrovo degli Enogolfisti, da quasi un anno gestito da Savino Angioletti, presidente ASSP “associazione sommelier svizzeri professionisti” sezione Ticino.
Una cena per conoscersi, commercialmente parlando, ma anche per rilassarsi dopo la giornata lavorativa che, come spesso accade, si è trasformata in un momento di confronto tra gli operatori del settore wine&food; tra i presenti, oltre i proprietari dell’Az. Fongoli, anche ristoratori ticinesi, importatori,operatori della GDO, giornalisti e produttori locali.
Un piccolo campione di chi il vino lo fa, lo promuove e lo comunica, lo vende e, soprattutto, lo consuma.
La Svizzera ha una lunghissima tradizione vinicola; la viticoltura è praticata in ogni cantone tra i quali, i più produttivi, sono il Vallese, il Vaud, Ginevra, il Ticino, Neuchâtel e Zurigo. Nonostante i buoni quantitativi, il vino svizzero è dedicato principalmente al mercato interno e una quota irrisoria (circa il 10%) viene invece destinato al mercato estero.
Forse una scelta, forse un’abitudine o forse la difficoltà ad aprirsi a nuovi mercati che siano in grado di comprendere il valore di una tale produzione.
Di contro, la Svizzera è considerata ormai un “big consumer”, da anni ai primi posti per importazione dei vini italiani; è infatti capace di assorbire circa 66,5 milioni di litri di vino italiano, con un trend in crescita.
Potersi confrontare con produttori locali che sono, al tempo stesso, anche importatori, permette di comprendere meglio le dinamiche di un mercato tanto interessante.
Un mercato, quello svizzero, nel quale i modi di consumo stanno cambiando: sentimento è che, lentamente, il consumo del vino stia aumentando anche all’interno delle mura domestiche (quindi acquisto diretto in GDO o punti vendita).
Complici la cucina di Savino, i Montefalco e i Sagrantino dei Fongoli, che hanno dato il la a numerose chiacchierate, questa serata è diventata un momento per incontrarsi, ritrovarsi e conoscere, ma anche per cercare di fotografare l’attuale periodo storico e riflettere sulle strategie future che possano aiutare le aziende, sia italiane che svizzere, a risollevarsi.
Un momento davvero importante, soprattutto in questo periodo in cui le aziende hanno un maggior bisogno di confrontarsi ma anche di sentirsi parte di un insieme.
Noi di Iron3, siamo convinti che in questo particolare momento deconomico tutti gli attori del settore, in primis chi si occupa di servizi come noi, produttori che operatori esteri e italiani dobbiamo cercare di fare sistema, imparando ad ascoltare e mettere a frutto i confronti che scaturiscono da queste iniziative, tutti quanti dobbiamo diventare partner e non fornitori dell’intera filiera .
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