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Interview | Giampaolo Cherubin

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Giampaolo Cherubin, Eagle Eye Brands&Estates (Chicago)


Qual è il potenziale del vino italiano nel suo mercato?

I vini italiani che hanno un buon rapporto qualità-prezzo e una buona presentazione possono essere ancora una notevole merce anche se ogni mercato reagisce diversamente ai vari tipi di vini. Lavorando su una scala nazionale, ci troviamo di fronte a varie opportunità e sfide in ogni regione degli Stati Uniti. Ogni mercato è diverso e non tutti i vini vanno bene ovunque: il Midwest, fatta eccezione di Chicago, il Michigan e il Minesota sono dominati dai vini nazionali, principalmente dai Cabernets e Chardonnay della California, il Pinot Noir per l’Oregon e Syrah e miscele per quanto riguarda Washington. La costa est soprattutto New York; Washington DC e Boston sono ottimi mercati per i vini italiani ed europei in generale, ma sono anche i più saturi e competitivi. Quello dell’ovest è più di tutti un mercato aperto condiviso e sebbene sia molto competitivo, ancora può offrire discrete possibilità, in modo particolare in stati come la California, Washington, Oregon, Colorado, Nevada (Las Vegas) e Texas. La parte sud è simile al Midwest e a parte alcune eccezioni è dominata maggiormente dalle grandi catene.

Potrebbe dirci quali sono i vini al momento popolari nel suo mercato? (italiani e non)

Le varietà locali italiane a buon prezzo sono migliori e più facili da vendere rispetto alle varietà internazionali prodotte in Italia. I vini provenienti dalle zone costiere e dal sud dell’Italia, incluse le isole stanno riscuotendo più popolarità, sebbene alcuni tipi classici come Soave, Amarone, Barolo e Brunello si stanno ancora diffondendo, soprattutto se hanno ricevuto dei riconoscimenti. Si tratta di vini ricercati sempre più dai ristoranti italiani poichè stanno cambiando le liste di tutti i vini italiani. Per il resto ci sono i Pinot Noirs dell’Oregon e della California (valore elementare ma buono), il Petit Syrah della California, Côtes Du Rhône della Francia , Chenin Blanc (Vouvray);Cabernet Franc proveniente da vari paesi, il Vermentino, il Sauvignon Blanc della Nuova Zelanda. I più difficili da vendere sono i vini italiani dell’Umbria.

Qual è il principale canale di vendite nel suo paese?

Sagge pubblicazioni di vino : Wine Advocate, Wine Spectator e WE. Altrimenti è ancora meglio la vecchia maniera di andare e stappare le bottiglie con i clienti.

Come crede che i produttori italiani potrebbero migliorare la percezione del vino italiano nel suo mercato?

I produttori italiani dovrebbero pensare più all’aspetto del loro prodotto nell’insieme. Partendo dall’includere codici UPC, avere possibilmente tappi a vite, belle etichette che sono facilmente comprensibili. Questi sono giusto dei suggerimenti per l’aspetto esteriore secondo il mio punto di vista. I vini italiani e i produttori devono promuovere un po’ più le unicità regionali dei loro vini!

Cosa pensa della classificazione dei vini nelle principali guide. Può aiutare a vendere il vino?

Assolutamente sì.

Cosa pensa della conoscenza dei vini dei consumatori nel suo mercato? Qual è la tendenza?

Questa è una domanda complicata poiché i mercati nelle varie regioni degli Stati Uniti sono estremamente differenti. Alcuni consumatori potrebbero non conoscere tutto sui vini italiani, le loro regioni e la storia, mentre altri potrebbero conoscere solo alcune varietà popolari. Comunque la maggior parte dei consumatori è abbastanza esperto da riconoscere se il vino vale il prezzo richiesto.

Quali sono i principali errori dei produttori italiani?

Bene, da dove iniziare… innanzitutto false aspettative per quanto riguarda le vendite, una sbagliata struttura tariffaria e approccio nel mercato e un periodo di tempo irrealistico per il raggiungimento di risultati. Spesso i produttori ascoltano troppe fonti d’informazione e cambiano idea troppo facilmente oltre a cambiare impulsivamente gli importatori al primo scontento invece di investire il loro tempo nel visitare i vari mercati degli Stati Uniti e ispezionare piccoli e grandi negozi per vedere cosa sta lavorando e cosa no. Una visita a New York, San Francisco, Los Angeles, Chicago o Miami per una serie di eventi vinicoli difficilmente istruisce e può dare al contrario un’idea molto distorta del vero potenziale del mercato statunitense in generale. Spesso le aziende vinicole fanno miglioramenti importanti nelle loro proprietà/cantine e ammortizzano il costo del loro investimento nell’arco di 3-5 anni con il prezzo dei loro vini. Questa è una tattica che non funziona negli Stati Uniti. Ogni vino ha una struttura in cui deve rientrare per poter essere venduto. I vini che non rientrano in questi parametri finiscono per non essere venduti. Le medaglie d’oro ricevute alle varie gare o i risultati ottenuti in Europa sono insignificanti negli Stati Uniti. Ai compratori e consumatori statunitensi non interessa quanto sono popolari i vini e a quanto vengono venduti negli altri paesi europei.

Ha qualche consiglio per i nuovi produttori che intendono introdurre i propri vini nel suo mercato?

Questa domanda è strettamente legata alla precedente. Conoscere gli errori può indirizzare verso l’approccio giusto nel mercato. Consiglierei ai nuovi produttori di aggiornarsi, trovare per i loro vini un prezzo adeguato e renderli competitivi e vendibili. Avere una strategia di mercato e di vendita chiara. Non avere fretta.

Qual è il paese con la più forte crescita nel settore vinicolo nel suo mercato?

La Spagna sta andando ancora forte, la Germania e l’Austria hanno fatto un gran ritorno nel mercato con una qualità di vini e prezzi più convenienti, il Portogallo sta venendo fuori così come la Slovenia, la Croazia e la Serbia. L’Argentina e il Cile stanno detenendo una buona quota di mercato ma stanno diventando saturi.


Giampaolo Cherubin, Eagle Eye Brands&Estates (Chicago)

www.eagleeyebrands.com


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