I fondi dell’OCM per la promozione del vino nei Paesi terzi sono uno strumento importante e potente per i produttori europei, italiani compresi.
A dimostrazione la crescita dell’export, nonostante la crisi, dei più importanti Paesi produttori Europei, come Italia, Francia e Spagna.
Eppure in troppi non conoscono o non utilizzano al meglio questo strumento, tanto che del budget di 102 milioni stanziato da Bruxelles per il 2013 (quinto anno di applicazione della misura) sono rimasti inutilizzati 16 milioni.
“Il Sole 24 Ore” ha pubblicato dei dati che fanno molto riflettere: 102 milioni di euro disponibili (71,5 in mano alle Regioni, 30,5 gestiti a livello nazionale), spesi “solo” 85.
I restanti 16 milioni inutilizzati saranno dirottati su altre misure previste dall’OCM, come investimenti, ristrutturazione dei vigneti, assicurazioni sul raccolto, etc.
In un periodo in cui di fronte al continuo calo dei consumi interni il settore vitivinicolo dipende sempre più dalle esportazioni, non utilizzare risorse disponibili per la promozione rappresenta la perdita di un’occasione di grande importanza strategica.
Sul banco degli imputati finiscono in primo luogo le amministrazioni regionali. Va infatti ricordato che due terzi della spesa è gestita sul territorio mentre solo un 30% del budget è coordinato a livello centrale dal ministero per le Politiche agricole. E andando a vedere i dati disaggregati emerge che mentre i circa 30 milioni gestiti sul piano nazionale sono stati quasi del tutto utilizzati, lo stesso non può dirsi per la quota di competenza regionale: dei 71,5 milioni del budget ne sono stati spesi appena 55, il 23% in meno rispetto agli stanziamenti.
Anche lo scorso anno erano state denunciate le difficoltà delle regioni a utilizzare le risorse messe a disposizione dall’OCM vino.
A titolo puramente informativo tra le regioni che meno hanno investito, la Puglia (che ha utilizzato appena 2 milioni su 6,9).
In Puglia, infatti, per la campagna 2013/2014, sono stati ammessi contributi per 1,72 milioni di euro (a cui si sommano, per progetti pluriennali, 638.000 euro per il 2014/2015, e 565.000 euro per il 2015/2016) su un potenziale di 7,1 milioni, dove il progetto top è quello del Movimento Turismo del Vino Puglia, cofinanziato al 50% con 537.835 euro.
La Toscana, invece, ha ammesso cofinanziamenti per 7,2 milioni di euro sui 7,8 potenziali, dove i due progetti top, per valore del contributo (al 50%) sono quello dell’Ati Taste Tuscany, che ha per capofila “Le Corti”, con 1,29 milioni di euro, e quello dell’Ati guidata da Barone Ricasoli, con 1,28 milioni di euro.
In Sicilia, invece, dove sono stati assegnati 5 milioni di contributi comunitari (a cui vanno aggiunti 1,4 di contributi regionali aggiuntivi) sugli 8,7 potenziali, il progetto top per valore è quello della Rti Trinacria, finanziato con 1,76 milioni di euro, seguito da quello di Irvos e Providi, con 1,09 milioni di contributi comunitari (a cui si sommano 658.000 euro di fondi regionali).
Il Friuli Venezia Giulia, invece, ha ammesso contributi per 1,96 milioni di euro sui 2,5 disponibili, con il progetto più finanziato che è quello dell’Ati Cantine San Martino, Castellargo e Piera Martellozzo, cofinanziato al 50% con 577.964 euro.
Sul sito del Mipaaf è possibile leggere le graduatorie definitive per ciascuna Regione con la rimodulazione proporzionale del contributo ammissibile per ciascun richiedente.