I dati disponibili per il 2016 mostrano e confermano una leggera crescita del consumo mondiale di vino, stimato in circa 241 Mio hl (Dati OIV) anche se i paesi tradizionalmente consumatori proseguono la loro recessione (o stagnazione), a favore dei nuovi poli di consumo.
Il vino viene consumato sempre più spesso al di fuori del paese di produzione e gli Stati Uniti, con 31,8 Mio hl, si confermano i maggiori consumatori mondiali dal 2011, seguiti da Francia (27,0 Mio hl), Italia (22,5 Mio hl), Germania (19,5 Mio hl) e Cina (17,3 Mio hl).
Anche in Italia, dopo lunga stasi, cresce la spesa per il vino più degli altri consumi.
Un trend che emerge innanzitutto dall’analisi dei comportamenti di spesa sul lungo periodo confrontati con le ultime tendenze: se, tra 2005 e 2015, la spesa delle famiglie italiane per il vino è diminuita del 21%, più di quanto fatto per i generali alimentari, in tempi recenti (triennio 2013-2015) è cresciuta del 9%, rispetto al +0,5% registrato da quella complessiva per generi alimentari.
Secondo gli analisti, è un segnale di un atteggiamento più evoluto e informato del consumatore, pronto a mettere più soldi sui beni che, come il vino, hanno anche un valore immateriale.
Il vino è la classica “bevanda degli italiani”, è trasversale rispetto alle età e ai ceti sociali ed è inserito all’interno di un consumo critico e consapevole. In altre parole, si sta affermando, tra i consumatori, un approccio al vino che evita le banalizzazioni dell’uso quotidiano e, soprattutto, evita la deriva del prezzo più basso.
Criterio dominante nella scelta del vino, in Italia, è la qualità, indicato in generale come primo requisito dal 93% dei consumatori, con il 52,3% che dice di scegliere sempre in base alla qualità, più che al prezzo. Il 53% dei Millennials (giovani nati tra tra 1983 e il 2001) associa la qualità come primo criterio solo se si deve accompagnare un cibo particolare, o brindare ad una occasione speciale.
Dall’inizio degli anni ’80 ai giorni nostri la popolazione che beve vino è rimasta sempre al di sopra del 50%; nel 2016, sono oltre 28 milioni gli italiani consumatori di vino, ovvero il 51,7%; lo scorso anno lo ha consumato il 54,6% degli ultra 65enni, il 58,4% di chi è tra 35 e 64 anni, e il 48,6% dei Millennials; questi ultimi non solo nel consumo di vino hanno sorpassato i genitori, i baby boomers, ma spendono addirittura di più sviluppando una cultura enoica molto più approfondita delle categorie più mature.
Negli ultimi anni il vino è diventato, da bevanda di consumo a sinonimo di lifestyle. Con l’arrivo dei Millennials però questa accezione si è evoluta e, oggi, il vino è diventato anche sinonimo di cultura.
Altra differenza netta che emerge tra i Millennials e gli altri, è il modo di fruizione del vino stesso.
Il 62% di loro, per esempio, ha partecipato almeno ad una attività legata al vino durante l’anno (viaggi in località celebri per la produzione di vino, sagre, feste legate al vino), contro il 49,8% degli over 35, ed il 26,1% degli over 65.
Riuscire a comprendere la generazione dei Millennials equivale a comprendere a pieno la loro relazione con il vino e, di conseguenza, trovare nuovi strategie commerciali.
Ci aiuta in questo una recente ricerca di vente-privee.com, l’azienda francese di e-commerce nata nel 2001 che si occupa di vendite su Internet organizzate con la formula della “vendita-evento” online, accessibili ai soli iscritti al sito, di prodotti di marca a prezzi scontati. leader mondiale nelle vendite on-line.
A guidare questa nuova rivoluzione poi è il target femminile: tra i Millennials, sono infatti le donne a spendere di più degli uomini, dimostrando quindi di sviluppare un’attitudine e una sensibilità al vino già in giovane età. I dati di vente-privee confermano questa tendenza: nel 2016 in Italia il 32% delle clienti donne per il vino e il 25% dei clienti uomini è composto da Millennials. Percentuali importanti che crescono in maniera esponenziale in Europa, dove il 46% delle donne e il 54% degli uomini clienti del settore ha tra i 18 e i 33 anni, registrando una crescita del 12% rispetto al 2014 per le donne e del 13% per gli uomini.
Oggi i Millennials comprano soprattutto online coniugando la rapidità d’acquisto alla profondità dell’offerta. Tra i device utilizzati il mobile è certamente quello più sfruttato: se, infatti, su vente-privee.com il 70% del traffico e il 55% del fatturato sono generati da dispositivi mobili, la categoria Millennials conferma e rafforza questa tendenza. L’online in generale si conferma una piattaforma ideale per gli acquisti del settore.