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L’export della birra artigianale in costante crescita

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Quello della birra artigianale è un settore davvero in fermento: nel 2015 tra birrifici veri e propri, beerfirm e brewpub, ha superato la quota dei mille esercizi. Erano 872 nel 2014. I microbirrifici veri e propri (540 censiti di cui però pienamente attivi 494) sono stabilimenti di produzione diretta, le beerfirm (260) sono strutture che non hanno stabilimenti propri, ma che comunque producono birra artigianale presso impianti terzi e poi ci sono i brewpub (circa 200) che sono birrifici con annessi locali di vendita.

Il consumo nazionale di birre artigianali è oggi pari al 3% del consumo di birra totale (dato triplicato rispetto al 2012), che nel 2014 è stato di 17,5 milioni di ettolitri, per un consumo pro-capite di 30 litri annui a persona (contro una media europea di 80).
Con un balzo record del 6% sono stati gli acquisti di birra a far registrare il maggiore incremento nella spesa degli italiani in bevande alcoliche nel 2015, anche per effetto della nuova offerta di birre artigianali Made in Italy che stano rivoluzionando il mercato. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Ismea divulgato in occasione di“Beer Attraction”, l’appuntamento dedicato a specialità birrarie, birre artigianali, tecnologie, attrezzature e materie prime aperto alla Fiera di Rimini.

In Italia si sta assistendo quindi al boom dei microbirrifici artigianali che dieci anni fa erano poco più di una trentina ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni di litri.
Secondo Coldiretti, la nuova produzione artigianale Made in Italy è molto diversificata con numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso.

Pochi giorni fa è stato sistemato un importante tassello per tutelare produzioni, venditori e consumatori: con il Collegato Agricolo sono state infatti introdotte la definizione di ‘birra artigianale’, escludendo tra le metodologie di produzione la pastorizzazione e la microfiltrazione, e quella di birrificio indipendente, identificatolo, coerentemente con la Direttiva europea di riferimento, attraverso il limite della quantità di produzione annua di 200mila ettolitri, e il l’indipendenza legale ed economica.

Questi 45 milioni di litri prodotti non sono assorbiti esclusivamente dall’Italia ma anche dall’estero: il valore delle esportazioni è triplicato (+206%) negli ultimi dieci anni conquistando i mercati di paesi tradizionalmente produttori come la Gran Bretagna o la Germania.

L’export della birra italiana è quindi in costante crescita, grazie anche al grande apprezzamento che riscontra il Made in Italy; la volontà di esportare viene quindi sempre più sollecitata dalle continue richieste che pervengono ai birrai di casa nostra.
Ne abbiamo avuto conferma proprio a Beer Attraction: rispetto all’anno scorso le richieste di partecipazione agli incontri con i buyers sono decisamente aumentate.

Per il secondo anno consecutivo, infatti, per la fiera ci siamo occupati di gestire i momenti dedicati al business internazionale, selezionando i buyers impegnati negli incontri programmati con gli espositori.

Ecco che la birra artigianale italiana diventa un’offerta appetibile per gli oltre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia per un consumo procapite annuo di 29 litri, con ampie possibilità di crescita rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l’Austria 107,8, la Germania 105, l’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82.

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