Domenica inizia Vinitaly, giunta alla sua 48ª edizione.
A Verona, dal 6 al 9 aprile, torna uno dei più importanti saloni mondiali dedicato ai vini e ai distillati.
Un salone che già a febbraio aveva fatto registrare un record, con il superamento, per la prima volta nella storia della manifestazione, dei 100.000 metri quadrati netti venduti.
Tra le novità, il padiglione ‘I’ per ospitare Vininternational, il nuovo salone riservato agli espositori esteri e Vinitalybio, organizzato in collaborazione con FederBio, area dedicata esclusivamente alla produzione di vino biologico e biodinamico certificato.
Notevoli gli investimenti da parte di Vinitaly-Verona Fiere, non solo per rinnovare le strutture ma soprattutto per promuovere la manifestazione all’estero e per l’incoming di buyer a Verona durante il salone.
La manifestazione continua, quindi, il suo percorso per confermarsi network globale per la promozione del sistema vitivinicolo. In questo quadro, Vinitaly assume sempre più un ruolo strategico, non solo come manifestazione.
L’esigenza di dare un’unitarietà al sistema vino italiano è sempre più sentita.
Lo stesso presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha più volte esplicitato la necessità di fare sistema per promuovere un comparto, come la filiera agroalimentare, che vale 250 miliardi di euro.
Potrà essere Vinitaly realizzare soddisfare questa esigenza?
Questo 48° Vinitaly sarà la volta buona che si riuscirà a passare dalle parole ai fatti?