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La grandezza del vino italiano all’estero

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Domenica, su La Stampa, un articolo di Ferrua dal titolo “Il Gran Tour del vino parla italiano”, dedicato al «Wine spectator Grand Tour», la più importante degustazione in terra americana.

Al Mariott a Time Square, al «Ronald Reagan Building» nella capitale e allo storico hotel Mirage nella città simbolo del gioco d’azzardo si potranno assaggiare i migliori vini del mondo. Per esserci gli eno-appassionati americani spendono 225 dollari; un wine tasting che offre la possibilità di degustare i vini dei più grandi produttori del pianeta. Il paradiso per gli appassionati di vino.

Le aziende che entrano in questo gotha, selezionate in un anno di degustazione dai guru di «Wine spectator» sono 240, di queste un quarto sono italiane. Un segno tangibile dell’amore scoppiato da tempo fra il vino italiano di qualità e il mercato americano. I numeri parlano da soli: dal 2005 al 2013 il fatturato dell’export verso gli Stati Uniti è passato da 2,9 miliardi a 5 e nonostante i timori dei produttori le prospettive sono di ulteriore crescita.

Bruce Sanderson capo degustatore di «Wine spectator’s» indica nella tipicità la grande forza dell’Italia: «Ogni volta che assaggio uno dei vostri vini riesco a sorprendermi, ora il mercato ha capito che oltre ai grandi vitigni che tutti conoscevano ci sono prodotti in grado di stupire e questo è molto importante. Con la tipicità l’Italia non deve temere nessuno». Un grande apprezzamento da uno dei palati decisivi per la scelta dei vini del Gran Tour. Certo, la qualità delle etichette delle tre degustazioni è impressionante. Ci sono tutti i vini da sogno del pianeta, da Francia, Spagna, Australia, California, Nuova Zelanda, Cile e ovviamente tanta, tantissima Italia.

Quasi in contemporanea, la rivista francese Vitisphere elogia la produzione italiana che ha il grande e ineguagliabile merito dell’eterogeneità dei territori e dei vitigni.
Un tempo erano loro a farci lezione di vino; oggi sono i francesi a guardare all’Italia con ammirazione. “La piccola Italia è finita. L’Italia del vino ha tutto di una grande”, scrive nel suo editoriale la rivista “Vitisphere”, considerata punto di riferimento dell’informazione di settore.
Tanta ammirazione fa da contraltare ad una critica al sistema francese.

In Italia ci sono più di 250.000 aziende agricole che producono vino. In Francia, il numero di cantine è sceso sotto le 80.000. Italia e Francia producono lo stesso volume di vino, 42/ 43 milioni di ettolitri all’anno, ma un vigneto francese produce una media di 500-600 ettolitri di vino, mentre in Italia la media è di 200-300 ettolitri, ma le aziende, oltre al vino, spesso producono frutta, olio, formaggi. E poi, il vino italiano continua a crescere all’estero, anche nel prezzo medio. Ma resta sempre più basso di quello francese.

Dovremmo esserne soddisfatti, eppure…

 

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