Sono arrivati i primi numeri relativi all’export di vino italiano per questo 2013, elaborati su dati ISTAT.
Si mantiene il trend positivo complessivo anche se si registra una battuta d’arresto in Cina, forse uno dei mercati più promettenti.
Secondo i dati ISTAT, il primo semestre ha chiuso con un +8.5% per l’export totale, che supera la Spagna (+7% secondo OEMV) e soprattutto la Francia (+1%).
A giugno le vendite all’estero hanno toccato quota 2.350 milioni di euro (9.8 milioni di ettolitri) e se non ci saranno grandi rallentamenti, saremo alla soglia dei 5 miliardi verso fine anno.
Scorrendo i dati Istat relativi al primo semestre del 2013 emerge il buon andamento fatto registrare dagli Usa (che restano saldamente il primo sbocco per giro d’affari del vino italiano) dove le vendite sono aumentate del 3,7% in quantità e di ben il 9,6% in valore. Risultati positivi si sono riscontrati anche in Germania (+1% in quantità e più 9,5% in valore). Progressi che diventano addirittura in doppia cifra in Francia (+16,1%), in Svezia (+15%), nel Regno Unito (+11,7%) e in Austria (+10,3%).
Se quindi dai mercati tradizionali arrivano segnali rassicuranti lo stesso pero non può dirsi per i mercati nuovi.
Un caso a parte è la Russia mercato nel quale al crollo in quantità (-26,1%) fa da contraltare un sostenuto progresso nei valori (+15,9). Dati che evidenziano come su quel mercato si stia assistendo a un significativo riposizionamento dei consumi verso i vini di fascia e di prezzo medio alti.
I segnali più preoccupanti vengono da quello che è da molti considerato il mercato del futuro: la Cina.
Pechino infatti nel primo semestre di quest’anno pur in presenza di un giro d’affari rimasto inalterato (-0,7%) ha di fatto tagliato le quantità acquistate che si sono ridotte del 41,9 per cento.
Un segnale molto preoccupante non solo perché giunge da un mercato sul quale il vino italiano punta molto, ma anche perché sullo sfondo c’è l’indagine antidumping aperta dalle autorità cinesi sul vino europeo (e italiano) che potrebbe portare a un innalzamento dei dazi sui italiani e francesi in particolare. Un’ipotesi che finirebbe per dare un vero e proprio colpo di grazia alle spedizioni made in Italy in quel paese.