Conclusa l’edizione 2013 di Vinitaly, arrivano già le anticipazioni sull’edizione 2014, che si terrà da domenica 6 a mercoledì 9 Aprile.
Novità dell’anno venturo sarà “VinitalyBio“, il nuovo salone dedicato ai vini certificati biologici organizzato in partnership con FederBio.
Durante la rassegna veronese è stata anche ufficializzata la collaborazione tra Verona Fiere e Fiera Milano in vista di Expo2015; la partnership vedrà le due realtà espositive collaborare a eventi, prima e durante il periodo in cui si svolgerà l’Esposizione Universale, dal 1° maggio al 31 ottobre 2015.
Concentrandoci sul presente e sull’edizione appena conclusa, i numeri della manifestazione parlano da sé: oltre 4.200 aziende espositrici provenienti da 23 Paesi (con 96.000 metri quadrati netti grazie all’inaugurazione dell’ampliamento del padiglione 11, che ospita la seconda edizione di Vivit), 148.000 presenze, con 53.000 provenienti dall’estero (+10%); aumentati anche i giornalisti: 2.643 da 47 paesi.
Grazie alle reti dati e telefoniche degli operatori e la rete Wi-Fi della fiera, che hanno svolto la loro funzione di supporto al lavoro degli operatori, questo è stato forse il Vinitaly più social. I dati forniti da Social Meter Analysis rendono l’idea.
Altre keywords di questa edizione sono state export, e-commerce e sostenibilità.
Sulle prospettive del mercato del vino, il messaggio che viene da Vinitaly è chiaro: il calo delle vendite in Italia è compensato dall’ottimo andamento delle esportazioni. E in entrambi i casi il ruolo della grande distribuzione (Gdo) è rilevante: per i consumi interni, dato che circa il 65% degli acquisti di vino viene fatto al supermercato; ma anche per l’export, perché la grande distribuzione sta già veicolando vino italiano all’estero e prevede di farlo sempre più.
Il 2012 è stato un anno difficile per le vendite del vino nella Gdo, come evidenziato dalla ricerca effettuata in esclusiva per Vinitaly da SymphonyIRI (scaricabile al link http://bit.ly/10NjCVc) con una flessione del 3,6% a volume per tutto il vino confezionato che vede, per la prima volta, scendere i volumi delle vendite delle bottiglie da 75cl.
Di questa situazione hanno risentito maggiormente le vendite di vino di fascia bassa, specie quelli sotto i 2 euro, mentre i vini sopra i 6 euro crescono ancora (+ 3,3%), si difendono bene le bollicine (- 0,6%), ed aumentano i vini a marca commerciale della Gdo (+ 1,9%, sempre a volume).
Il futuro della filiera produttiva italiana, che occupa oltre 1,2 milioni di addetti con 340mila imprese, passa necessariamente attraverso una più forte e capillare presenza nei mercati esteri, in particolare quelli di Cina e Brasile.
L’Italia è infatti il primo esportatore mondiale di vino, il 40% del fatturato della produzione vitivinicola italiana è generato dalle esportazioni, contro una media europea del 18%.
Secondo le stime presentate al Vinitaly il mercato cinese (nel 2011 a quota 67 milioni di euro di import italiano) e quello del Brasile per le rispettive potenzialità richiedono interventi e politiche molto mirate, oltre che avvertenze e strategie giuridicamente sicure per sfruttare le enormi opportunità che la distribuzione commerciale nei paesi emergenti può offrire.
Nota dolente emersa durante il convegno intitolato “Vino e dazi” (organizzato da Fedagri-Confcooperative) è che l’export dei vini italiani verso i cosiddetti paesi emergenti deve fare i conti con pesanti barriere d’ingresso che ne limitano la competitività, e solo nel 2012 alle nostre produzioni sono stati applicati dazi per 269 milioni di euro.
L’esempio più eclatante è l’India, paese dalle potenzialità di crescita enormi, dove però i dazi sul vino ammontano al 150% del suo valore.
Seconda keyword è l’e-commerce.
Dopo la presentazione di Vinitaly Wine Club, la piattaforma di promozione e vendita on-line, «concepita come l’estensione virtuale della fiera fisica», si è parlato di e-commerce durante i seminari organizzati da Vinitaly International ai quali hanno partecipato i primi tre colossi del commercio on-line cinese (YesMyWine, Tmall e Alibaba Group). Solo in Cina, infatti, vengono comprate tramite e-commerce 80 mila bottiglie al giorno.
Al tema “vino&sostenibilità” Vinitaly ha dedicato una serie di iniziative. A cominciare dal convegno organizzato da Veronafiere ed Efficiency Know dal titolo “Wine and Energy”; un evento che, attraverso case history, ha voluto fare il punto sull’efficienza energetica nel settore vitivinicolo.
L’Italia del vino è all’avanguardia su ogni fronte, con esempi di cantine completamente autosufficienti dal punto di vista energetico grazie ad impianti solari e geotermici, aziende storiche riconvertite interamente a biodinamica e consorzi che forniscono ai comuni le biomasse per alimentare gli impianti pubblici o che riciclano i tappi di sughero. Le slides della ricerca sono disponibili a questo link.
Momento più politico che vinoso, il dibattito tra Matteo Renzi, Sindaco di Firenze e Flavio Tosi, Sindaco di Verona; a sollecitare il dibattito tra i due primi cittadini, Angelo Gaja e Oscar Farinetti, fondatore di Eataly. Uniti i Sindaci sulla necessità emergente di ‘sburocratizzare’ il mondo del vino.