Focus mercativino

Drink pink (wine)

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Il mondo beve rosa: è un dato di fatto.

La produzione mondiale di vino rosè è aumentata del 9% e il suo consumo del 13% con circa ventiquattro milioni di ettolitri, due milioni in più rispetto a dieci anni fa.

Secondo i dati del Consiglio interprofessionale dei vini di Provenza, infatti, una bottiglia su dieci consumata nel mondo è di vino rosato e si prevede un trend crescente nei prossimi anni.

Le previsioni realizzate da Euromonitor International, confermano fino al 2018 la tendenza alla crescita: dai 22 milioni di ettolitri nel 2000, si è passati ai 24 milioni nel 2013 e si toccheranno i 25 milioni nel 2018.

Il rosé è meno complesso di un rosso o un bianco ed è legato ai concetti di semplicità; è un vino facile che il consumatore beve per piacere. Ecco facilmente spiegato il perché del trend.

Sul fronte produttivo, dopo l’incontrastata leadership francese si colloca la Spagna, con il 19% del mercato, gli Usa (15%) e l’Italia (11%). Quattro Paesi che assieme rappresentano oltre l’80% della produzione mondiale di rosati, stimata in 23,2 milioni di ettolitri nel 2014. La quota italiana sarebbe pertanto di oltre 330 milioni di bottiglie. Se si guarda all’export mondiale, oggi ben 4 bottiglie su 10 attraversano una frontiera prima di essere consumate. Si tratta, secondo l’Osservatorio, di circa 9 milioni di ettolitri, pari al 39% dei volumi di rosati consumati globalmente; percentuale che nel 2002 era del 22% e che nel 2014 è a soli due punti dal 41%, media degli scambi internazionali di tutti i vini. In altri termini, l’export di rosati si sta allineando alle altre tipologie.

In Francia, secondo l’ultimo studio di Vinexpo, il 30% dei vini consumati è un rosé, ovvero 76,8 milioni di casse. Un trend che si conferma in ascesa negli Usa dove la domanda è cresciuta del 30% in cinque anni mentre, a livello mondiale, circa il 10% del vino bevuto è pink.

L’Italia oggi produce 330 milioni di bottiglie di rosè ma a livello mondiale è quinto consumatore con una quota del 5%: insomma, è più facile esportare vini rosé che venderli in Italia.

Vera punta di diamante lo spumante rosé che fa tendenza soprattutto con i giovani che ne apprezzano le grandi doti di versatilità, di freschezza, il colore e la piacevolezza, oltre la flessibilità di abbinamento, che lo rende adattissimo a un aperitivo come a un veloce spuntino. Ma è proprio questa diversità a renderlo un must.

Il valore dell’export di rosati nel 2014 è di 1,5 miliardi di euro (valori Fob, ovvero alla frontiera del Paese esportatore). A guidare la classifica è la Francia (31%), seguita da Italia (23%) e Spagna (16%), poi Usa (14%) e Sud Africa (3%). Francia e Italia detengono la metà del valore del commercio mondiale. Se, invece, si guarda ai volumi è la Spagna a detenere la quota più alta (39%) seguita da Italia e Francia (entrambe al 16%) e dagli Usa (11%).

Tra le regioni italiane che più puntano sui rosati c’è la Puglia, unica regione in Italia con una Docg (Castel del Monte Bombino Nero), che vanta la più alta percentuale di produzione di rosato; poi Abruzzo e Veneto.

Drink pink!

[Foto credit]

 

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